La storia della danza è una disciplina vastissima, non solo perché esistono molte forme di danza, ma anche perché, come arte del corpo in movimento, essa è l’unica arte che si svolge contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda la storia della danza come forma d’arte dello spettacolo, da sempre la danza ha costituito uno dei livelli espressivi del teatro. Nella tragedia e nella commedia dell’antica Grecia il "coro" si esprimeva principalmente danzando nello spazio antistante l’edificio scenico (σχηνέ, skené) denominato ορχήστρα, (orchéstra). Il fatto che in quello spazio il coro danzasse non solo spiega l’etimologia della parola "orchestra", che deriva appunto dal verbo ορχήομαι (orchéomai, danzare), ma è anche il motivo per cui in molte lingue moderne i termini che si riferiscono alla danza (italiano: "coreografia", "coreutica"; francese: chorégraphie, choreutique; inglese: choreography, choreutic) portano in sé l’etimo greco χόρος, (kóros). Il termine italiano "danza", invece, così come il francese danse, l’inglese dance e il tedesco tanz derivano dalla radice tan (sanscrito), che è associata al concetto di “gioia”.
Nelle civiltà antiche indiane, cinesi ed egiziane, la danza voleva raffigurare il corso armonioso degli astri. I greci posero la danza sotto la protezione della musa Tersicore, facendone così un simbolo della propria cultura. Per i romani, invece, assunse la forma di pantomima, continuando a trasformarsi fino alla depravazione. In seguito all'avvento del Cristianesimo, anche se inizialmente fu accolta nei riti all'interno delle chiese, in seguito fu condannata dalla Chiesa e nel corso del Medioevo scomparì dalla liturgia, mentre sopravvisse nella forma di danza popolare. Nel seguente sviluppo della musica strumentale, la danza si espanse soprattutto nelle corti italiane e durante il XVII secolo soprattutto in Francia, dove veniva praticata in particolare nei palazzi reali come arte raffinata. La danza divenne così una vera e propria Arte e nel corso dei secoli nacquero numerose coreografie, che nell'Ottocento venivano rappresentate in teatri prestigiosi come l'Opèra di Parigi e la Scala di Milano.
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